Quantcast
Channel: Cronaca – Detto Schietto
Viewing all articles
Browse latest Browse all 390

Padre Egidio è in cielo. La ricompensa per aver speso bene i suoi talenti

$
0
0

CASTELLAZZO di BOLLATEPadre Egidio Zoia si è spento nella notte tra il 30 e il 31 ottobre all’ospedale di Saronno,  dove due giorni prima era stato ricoverato d’urgenza per un ictus che gli aveva tolto l’uso della parte destra del corpo e la parola. Per tutti coloro che lo hanno conosciuto e amato il tempo si è improvvisamente sospeso in attesa di notizie, in bilico tra trepidazione e sconforto, e infine dolore.

 

Un dolore grande per una moltitudine di persone perché padre Egidio era una calamita. Ti affascinava con la sua cultura, con il suo modo di fare affabile, con la sua ironia, con il suo essere sacerdote del Sacro  Cuore  pronto a essere sempre lì ad accogliere chiunque incarnando quel: “Eccomi, io sono qui per te, ti ascolto”. Così come aveva deciso che dovevano essere i suoi padri Betharramiti, San Michele Garicois, il fondatore della congregazione. Padre Egidio ti accoglieva sempre,  a braccia aperte e con il sorriso, anche se era tardi, anche se era stanco morto.

 

Io che ho collaborato con lui per qualche tempo posso testimoniare che se qualcuno suonava alla porta o telefonava, interrompeva qualsiasi cosa stesse facendo e si dedicava a quella persona. Quante lacrime ha asciugato, quante tribolazioni ha ascoltato, quanti consigli ha dato, quante persone ha consolato, quanto aiuto ha fornito. Ma, sapeva anche a sua volta farsi ascoltare, riprendere e correggere. E quando capiva che non poteva nulla, taceva. E il suo silenzio valeva più di mille parole.

 

In un cassetto aveva sempre del cioccolato,dei confetti al cioccolato o dei biscotti al cioccolato. Già perché il cioccolato mette di buon umore e lui sapeva offrirlo al momento giusto. E strappava il sorriso.

 

Padre Egidio cercava il confronto e sapeva accettare le opinioni diverse dalle sue. Sapeva anche come attirare nuove persone nella sua comunità parrocchiale, che non era chiusa e ristretta ai soli abitanti del borgo, ma aperta al mondo intero. Si rapportava allo stesso modo con i poveri che con i benestanti . Da lui arrivavano da tutti i comuni del territorio, da Milano e perfino da fuori regione. Tant’è che ‘san Guglielmo’ è nella zona chiesa penitenziale, ossia aperta alla riconciliazione proprio grazie a quel parroco che non ti respingeva mai, da ovunque tu venissi.

 

E’ così che si è formato il gruppo di volontari, che dopo la scomparsa dell’amata Gisella  del borgo, tiene ora in ordine la chiesa. E così che tanti giovani si preparavano nei corsi di padre Egidio per sposarsi o  battezzare i propri figli a Castellazzo o che tante coppie andavano e rinnovavano i loro voti in ‘san Guglielmo’.  Poi c’erano le messe, oltre a quelle del sabato sera e della domenica mattina quelle del lunedì pomeriggio, l’adorazione del mercoledì sera, la messa solenne del primo venerdì del mese.

 

Padre Egidio aveva una patologia agli occhi. Per leggere la liturgia si serviva di una lente d’ingrandimento e pervicacemente stava lì, stava lì, finché riusciva a completare il paragrafo. A guardarlo ispirava tenerezza e trasmetteva forza insieme. Tenerezza per il suo disagio fisico e forza per l’esempio di resilienza.   

 

 

 

 

 

 

Ogni compleanno, ogni ricorrenza era una festa. Ognuno portava qualcosa e si festeggiava in oratorio con lunghe tavolate. Si stava insomma in famiglia.

 

Ci sono stati anche i dispiaceri per le persone amate,  proprio come quando una decina di giorni prima di padre Egidio è venuta a mancare Daniela Barbera, da oltre dieci anni maestra del  coro San Guglielmo, organista, jazzista, spentasi per un  male incurabile.  Quanto ha sofferto padre Egidio per Daniela!

 

Padre Egidio trovava sempre qualche impresa in cui coinvolgersi e come coinvolgere tutti coloro che gli ruotavano intorno. Una volta era la ricerca storica, un’altra la stesura di un libro, poi c’era il calendario del ‘Maggio Castellazzese’ con l’associazione Vivere Castellazzo di Roberto Pirola e di sua moglie Adriana, ma anche  la creazione di un Museo di oggetti sacri, conferenze e  convegni sui più disparati argomenti, eventi, idee per rivitalizzare il Borgo e Villa Arconati insieme con la fondazione Far, passando per la ristrutturazione del santuario della ‘Fametta’ e l’ultimo impegno in ordine di tempo riguardante la raccolta fondi per il restauro della facciate della chiesa, la cui conferenza stampa si era tenuta appena il 22 ottobre scorso. Stava bene padre Egidio, lucido come sempre, nulla faceva presagire cosa sarebbe successo pochi giorni dopo.

 

Il 31 pomeriggio  è tornato nella sua amata parrocchia ‘san Guglielmo’, a Castellazzo di Bollate, dove per tre giorni decine e decine di persone si sono recate a dargli l’ultimo saluto. La sera del 2 novembre  il vescovo ausiliare di Milano Giovanni Luca Raimondi, il decano don Maurizio Pessina e il Superiore Betharramita padre Piero Trameri hanno presieduto una commovente  veglia di preghiera. Le esequie si sono invece tenute il giorno seguente a Cabiate, suo comune d’origine, nella chiesa Santa Maria Nascente.

 

Padre Egidio aveva compiuto novant’anni il  16 settembre scorso. Per questo suo traguardo ha donato ai suoi parrocchiani un libretto-testamento dal titolo: «Pregare. Sto in silenzio davanti a Te e prego!», un insieme di riflessioni su come, quando, perché pregare.

 

E’ stato un tempo di grazia quello passato con te, padre Egidio. E’ stato un privilegio conoscerti.

 

Ombretta T. Rinieri

 

 

 

 

L'articolo Padre Egidio è in cielo. La ricompensa per aver speso bene i suoi talenti proviene da Detto Schietto.


Viewing all articles
Browse latest Browse all 390

Trending Articles